La Vita Sacerdotale
Nel 1932 è nominato vicario parrocchiale a Legnago, dove rimane fino al 1937, quando è assegnato alla chiesa di Presìna, frazione di Albaredo d’Adige (Verona), come Rettore. Con la trasformazione di Presìna da rettoria a parrocchia, il 1° marzo 1939 ne diventa il primo parroco. Il 9 giugno 1940, all’età di 31 anni, Don Luigi fa il suo ingresso come parroco a Belfiore d’Adige, nella chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia. La sua straordinaria impresa fu quella di concepire l’idea di una nuova grande chiesa e di perseguirla nonostante il contesto europeo e nazionale lo sconsigliassero.
Curato e parroco a Presína di Albaredo d’Adige
Nel 1939 dalla parrocchia di Albaredo d’Adige viene staccata una porzione di territorio, assegnato alla erigenda parrocchia di Presìna. La decisione è stata presa per venire incontro alle istanze della popolazione più lontana dal capoluogo. La richiesta dei fedeli penalizzati dalla distanza è stata così fissata nel latino curialesco del documento vescovile redatto per l’occasione: « Nobis exposuerunt quod ob distantiam, senes praesertim mulieres et pueri, nisi magna cum difficultate possunt ad poroecialem Ecclesiam accedere ». Lo smembramento è facilitato dal fatto che a Presina esiste una chiesa e una canonica. Manca, invece, un beneficio ecclesiastico, cui si provvede intaccando quello di Albaredo d’Adige. Il documento, che contiene anche i confini della parrocchia, sarà letto nelle due chiese di Albaredo e di Presina il 22 gennaio 1939, 3ª domenica dopo l’Epifania, ed entrerà in vigore il 25 gennaio 1939, festa della Conversione di S. Paolo 150. L’operazione era stata definita già l’anno precedente. Un documento del gennaio 1938 stabiliva che il beneficio parrocchiale di cui Presina avrebbe goduto ammontava a £ 2.519, ed era la risultante di quattro voci: 1° i 4 carati su 16 della Decima Grande di Albaredo, amministrata dal comune; 2° Decima Piccola di Albaredo; 3° Rendita Consolidata al 3.50% Nominativa; 4° Prestito Redimibile 151. La definizione dei confini prima di essere recepita dalla curia di Verona è redatta in un documento sottoscritto dall’arciprete di Albaredo, don Gaetano Pighi, e da don Luigi Bosio, vicario cooperatore di Presina.
Parroco a Belfiore d’Adige
Per vedersi assegnare una parrocchia, il candidato deve superare il giudizio degli esaminatori prosinodali, una commissione che per don Luigi Bosio è formata dai sacerdoti Santo Gaiardoni, Timoteo Lugoboni, Enrico Bovo, le cui conclusioni vengono valutate e rese esecutive dal vescovo, Mons. Girolamo Cardinale, cui spetta apporre il sigillo finale. Si conservano i fogli protocollo di quell’esame scritto, svolto dal candidato don Bosio in latino e parte in italiano. Superato l’esame prosinodale sulla scienza, deve ottemperare all’obbligo di dare garanzie finanziarie circa la salvaguardia dei beni parrocchiali, dei quali diverrà beneficiario una volta incardinato nella parrocchia dei SS. Vito e Modesto. Così recita la quietanza di Mons. Lino Chiaffoni: « Si dichiara che il Sac. Don Bosio Luigi ha prestato regolare cauzione per la buona manutenzione dei Beni Beneficiari ed Ecclesiastici della Parrocchia di Belfiore con vincolo su sua Polizza di Assicurazione Vita della “Società Cattolica” sull’importo totale di £ 20.000 »171. Entrato il 9 giugno 1940 a Belfiore come parroco della chiesa dei santi Vito e Modesto, la sua più straordinaria impresa fu quella di concepire l’idea di una nuova grande chiesa e di perseguirla nonostante il contesto storico europeo e nazionale lo sconsigliassero. Il 14 giugno 1943 viene posta la prima pietra della nuova chiesa di Belfiore intitolata alla Natività di Gesù, che egli chiamava teneramente “la Gerusalemme Madre nostra”. L’altare maggiore è consacrato il 25 marzo 1947. L’ultimo lavoro compiuto da don Luigi Bosio nella Chiesa della Natività di Belfiore è lo Studium Pietatis, una cappella invernale inaugurata il 27 dicembre1966. «Il periodo della permanenza di don Luigi a Belfiore unisce assieme un pastore di straordinaria spiritualità e sensibilità liturgica e una comunità che rimane fortemente segnata da questa presenza». Gli scrisse il suo padre spirituale S.Giovanni Calabria “Mio Carissimo don Luigi, Benedico tutto Belfiore, che sia proprio il fiore bello di Gesù”. Seguì il Terzo Ordine Francescano, del quale era membro, e ne curò la formazione con interventi di catechesi.
Canonico della Cattedrale di Verona
Il 12 dicembre 1969 il venerabile Giovanni Ciresola si reca a Belfiore per consegnargli una lettera del vescovo, venerabile Giuseppe Carraro, che gli proponeva di accettare un posto di canonico in cattedrale a Verona, dedito alle confessioni e alla preghiera. Il 4 gennaio 1970 fa il suo ingresso come canonico della cattedrale di Verona. Don Luigi dedica ogni giorno molte ore alle Confessioni, al Silenzio interiore, all’Adorazione Eucaristica. ”Quello che salva le anime sono le nostre ginocchia davanti al Santissimo”, soleva ripetere. Momento principale della giornata è il Sacrificio Eucaristico, alla cui preparazione dedica molto tempo. La celebrazione della S. Messa feriale è alle ore 6.30 e della Domenica, in latino, alle ore10.00. Predispone i canti in gregoriano, di cui è un profondo conoscitore, prepara con cura le Letture e Le Omelie, alimentate continuamente dai Padri della Chiesa. Il suo prediletto era S. Agostino, ma anche Profeti e Santi e quanti erano illuminati dallo Spirito Santo. Scandiva tra i suoi innumerevoli chierichetti le settimane di Servizio Liturgico del “Piccolo Clero”, come era solito chiamarli. Il suo confessionale nella cattedrale, è frequentato da migliaia di penitenti che sono toccati dalla sua stessa persona. Spesso basta, infatti, un sospiro, uno sguardo o una benedizione per rivoluzionare una vita. La sua unione sempre più profonda con Dio lo spinge a dare agli altri quell’Amore Divino che lo brucia e lo consuma. Nella sua paternità spirituale, genera figli alla santa Madre Chiesa desiderando che nessuno vada perduto di coloro che Cristo gli ha affidato. Per tanti anni la casa del Padre, – il suo studio nel Chiostro della cattedrale – è stata per innumerevoli anime meta e porto sicuro, ricevendo esse dal suo contatto, pace, serenità, gioia. Don Luigi Bosio ha una capacità innata di far fiorire la Liturgia attraverso l’Arte sacra, ispirando ed accompagnando con suggerimenti e valutazioni opere artistiche e scultoree realizzate in varie chiese e monasteri anche al di fuori della provincia di Verona. La fama di “santo sacerdote”, già solida negli anni trascorsi nelle parrocchie della provincia, si accresce giorno dopo giorno nel corso dei 24 anni trascorsi come canonico della cattedrale di Verona. Il 10 aprile 1993 scrive il suo Testamento Spirituale. Si spegne il 27 gennaio 1994 dopo una lunga malattia. L’esequie si tengono nella cattedrale di Verona, il 31 gennaio 1994, celebrate dal vescovo, mons. Attilio Nicora. Le spoglie mortali di don Luigi Bosio inizialmente tumulate nel Cimitero Monumentale di Verona, dal marzo 2013 sono state traslate all’interno della Cripta del Memoriale dei vescovi veronesi nella cattedrale di Verona. Morto in concetto di santità, per volere del vescovo mons. Giuseppe Zenti, figlio spirituale di don Luigi, il 1° dicembre 2008 si apre il processo per la Causa di beatificazione del Servo di Dio. Il 7 novembre 2018 papa Francesco ha riconosciuto le ”virtù eroiche” di don Luigi Bosio, dichiarandolo “Venerabile”.
http://www.santateresaverona.it/wp-content/uploads/2017/06/Bosio.pdf